La chirurgia stereotassica si avvale di un sistema computerizzato, associato a un casco che viene applicato al cranio, e che in pratica solidarizza il cranio del paziente, assimilabile a una sfera, con i vari strumenti di diagnostica per immagini. I dati anatomici vengono calcolati al computer e proiettati lungo le tre dimensioni dello spazio. E' quindi possibile calcolare con estrema precisione un bersaglio da centrare, vuoi con una pinza per eseguire una biopsia di lesioni profonde (biopsia stereotassica), oppure con uno stimolatore per eseguire interventi di neurochirurgia funzionale ( morbo di Parkinson ecc. ).

Biopsia stereotassica
Fig.6.8: In alto l'immagine RMN di una lesione tumorale diffusa e profonda del lobo temporale destro, non suscettibile di rimozione chirurgica. In basso l'immagine della procedura di biopsia stereotassica assistita dal neuronavigatore con le coordinate calcolate alla TAC.
Lo stesso principio stereotassico si utilizza per la radiochirurgia in cui il bersaglio per il trattamento radioterapico in unica dose viene calcolato con tecnica stereotassica. La radiochirurgia, nelle sue varianti: gamma-knife, con accelleratore lineare, cyber-knife, trova indicazione principale nei residui tumorali di piccole dimensioni, nel trattamento delle metastasi profonde e inaccessibili, nel trattamento degli angiomi artero-venosi. La radiochirurgia ha un limite che è dettato dal volume bersaglio da irradiare.
Non è comunque esente da complicanze. Il bersaglio deve essere lontano ben separato da strutture importanti: nervi ottici ad esempio, nei residui di adenoma ipofisario o di meningioma della base. Non è comunque una tecnica alla portata di tutti. Una complicanza non irrilevante è la radionecrosi che talora provoca nell'encefalo attorno alla lesione trattata. Si tratta di una violenta reazione infiammatoria, tendenzialmente tardiva, che ha un comportamento similtumorale.

Fig.6.9: quadro RM in due sequenze diverse di una radionecrosi ( freccia rossa) con importante edema cerebrale (freccia gialla) 2 anni dopo radiochirurgia per metastasi cerebrale da tumore del rene.
Si tratta di una tecnica ultraspecialistica che è attuata correttamente da neurochirurghi e radioterapisti dedicati.

E' uno strumento, rigido o flessibile, dotato di una fonte di luce, applicato a una telecamera, che consente di osservare il cavo operatorio a 360°. Con strumenti dedicati è possibile eseguire per via endoscopica alcuni interventi neurochirurgici.
In particolare si può trattare l'idrocefalo ostruttivo, creando endoscopicamente delle aperture che consentono il deflusso del liquor, evitando quindi l'apposizione permanente di sistemi protesici (III ventricolo-cisternostomia).
Sempre per via endoscopica è possibile eseguire prelievi bioptici e l'asportazione di tumori che aggettano nelle cavità ventricolari del cervello come le cisti colloidi del terzo ventricolo.

Fig.6.10: immagine di una cisti colloide del III ventricolo, la rimozione per via endoscopica e la RMN di controllo a distanza.

Fig.6.11: in alto a sinistra la freccia celeste indica un voluminoso tumore intraventricolare alla RMN. In alto a destra l'aspetto all'endoscopio. In basso a sinistra il tumore cruentato dopo il prelievo bioptico; al centro si esegue una settostomia (per mettere in comunicazione i due ventricoli laterali) con il laser (freccia verde), infine si esegue una stomia fra III ventricolo e cisterna della base per permettere al liquor di defluire lungo un percorso naturale interno (freccia rossa).
L'endoscopio è utile nella chirurgia degli adenomi ipofisari nei quali si può usare, sempre con strumentazione dedicata, da solo o in associazione al microscopio operatorio, per la asportazione di questi tumori per via transnasale.

Fig.6.12: A sinistra l'approccio transnasale diretto all'ipofisi in cui si nota come lo strumento entri con precisione attraverso il naso e arrivi alla parete della sella (freccia gialla). L'immagine a destra è di un adenoma ipofisario (freccia blu) come si osserva con l'endoscopio obliquo, molto utile per esplorare recessi nascosti.

Fig.6.13: Stesso caso della fig.6.7 in cui l'immagine endoscopica viene accoppiata ai dati del neuronavigatore.
Il laser che si usa in neurochirurgia permette una buona coagulazione dei tessuti e talora consente la vaporizzazione di alcune parti di tumore. E' un bisturi che taglia, coagula e vaporizza allo stesso tempo. Il raggio laser viene convogliato attraverso il microscopio operatorio, attraverso l'endoscopio o con apposito strumento indipendente. Non si deve pensare che l'uso del laser sia qualcosa che si applica dall'esterno.

E' uno strumento di uso quotidiano nella chirurgia dei tumori cerebrali, forse il più efficace. E' in grado di frantumare e aspirare il tessuto patologico senza danneggiare i tessuti circostanti per trazione e senza rompere i vasi importanti come può avvenire con un aspiratore tradizionale. E' uno strumento fondamentale sia nella chirurgia dei tumori cerebrali che di quelli del midollo spinale.
aspetto RMN di un ependimoma intramidollareaspetto RMN di un ependimoma intramidollare
Fig.6.14: In alto a sinistra aspetto alla RMN di un ependimoma intramidollare cervicale (frecce rosse). In alto a destra il midollo cervicale rigonfio, al microscopio operatorio.
In basso a sinistra il tumore, di colorito violaceo, viene rimosso con l'aspiratore ultrasonico, a destra il midollo dopo la completa asportazione del tumore.
Da alcuni mesi la nostra sala è dotata di un moderno sistema di monitoraggio elettrofisiologico intraoperatorio che consente di controllare in tempo reale le funzioni midollai e dei nervi durante l'intervento. E' uno strumento più nuovo rispentto ai precedenti in nostro possesso. Consente un monitoraggio accurato dei nervi cranici durante la chirurgia dei tumori della base cranica e dei neurinomi del nervo acustico. Grazie alle mappe corticali ottenibili e confrontabili con i dati di risonanza funzionale e tratto grafica è possbile tracciare con il navigatore dei tragitti sempre più sicuri per la rimozione dei tumori cerebrali in aree critiche, in particolare dei gliomi, ma anche dei meningiomi della convessità del crevello.
La figura sottostante mostra il sistema di monitoraggio installato per un intervento di rimozione di un tumore del midollo cervicale. Il soggetto è posizionato sul tavolo operatorio. Si vedono i molti "fili" che dal paziente vanno alla macchina, in primo piano, che è in grado da un lato di stimolare e registrare eventi indotti, dall'altro anche di registrare spontaneamente alterazioni causate della manipolazione chirurgica. Sullo sfondo il microscopio operatorio "Pentero"
Monitoraggio neurofisiologico
Fig.6.14: Monitoraggio neurofisiologico